jeudi 12 juillet 2012

Vittima della guerra mediatica: gli Stati del Golfo affossano i programmi della TV siriana




Detriti di edifici danneggiati dopo che banditi armati stormed il quartier generale del canale di notizie Al-Ikhbariya nei pressi di Damasco il 27 giugno 2012 in questa flier fotografico rilasciato dall'agenzia di stampa nazionale della Siria SANA (Reuters/SANA)


Prima che le immagini raccapriccianti della violenza politica siriana invadessero gli schermi di tutte le principali reti in tutto il mondo, l'immagine della Siria è stato modellata attraverso la sua dominante industria del dramma televisivo , raffigurante il paese come uno stato Pacifico e amorevole.

Ora l'industria della soap opera della Siria una volta fiorente  sta perdendo smalto dopo che le reti televisive arabe ed i canali satellitari hanno rifiutato di comprare le telenovelas siriane concepite ed imperniate sulla rivalsa in favore della posizione del Presidente Assad nell'attuale crisi politica.

L'intera industria è stato boicottata dai canali satellitari televisivi arabi, di proprietà principalmente di ricchi Sauditi e Qatarioti, i cui governi sono mantengono al momento ancora belligeranti relazioni con Damasco.


La ragione, a dire dei Siriani, è di cancellare la buona immagine della Siria dalla memoria degli altri paesi arabi.

"Vogliono combattere contro tutto ciò che è buono in Siria. Non vogliono che si mostri la nostra vita, come ci prendiamo cura l'uno dell'altro, come ci amiamo. Stanno combattendo contro di noi in realtà," Queste sono le parole che l'attore Daniele Mohamed ha detto a RT

"In passato, gli spettatori arabi e del Golfo erano incollati agli schermi TV a guardare le serie televisive siriane, ma fin dall'inizio della rivolta contro il Presidente Bashar al-Assad, gli Stati del Golfo vogliono ritrarre la Siria solo sotto una luce negativa", dice ancora l'attore Milad Yousef.

"Hanno voluto distruggere non solo il nostro paese, ma tutto ciò che è buono nel nostro paese comprese dunque le immagini positive della Siria nella mente di altri popoli arabi".

"E mentre i grandi mezzi di comunicazione giocano giochi politici, sono i registi e gli attori che soffrono di più."

Un reportage di Maria Finoshina per RT da Damasco.

Tradotto da Amnotyours



Fonte: RT 


Casualty of media war: Gulf States ditch Syrian TV dramas


Before the gruesome pictures of Syrian political violence flooded the screens of all major networks across the globe, the image of Syria was shaped through its dominant television drama industry, portraying the country as a peaceful loving state.

Now Syria's once- flourishing soap opera industry is losing its glory after Arab television networks and satellite channels declined to buy Syrian soaps in retaliation for President Assad’s position in the current political crisis.

The entire industry has been boycotted by Arab TV satellite channels, mostly owned by wealthy Saudis and Qataris, whose governments are now maintaining belligerent relations with Damascus.

The reason, Syrians say, is to erase the good image of Syria from other Arab countries’ memory.

“They want to fight everything good in Syria. They don’t want us to show our lives, how we take care of each other, how we love each other. They are fighting us actually,” actor Mohamed Rafea told RT.

In the past Arab and Gulf viewers were glued to TV screens to watch Syrian series, but since the start of the uprising against President Bashar al-Assad, the Gulf States want to portray Syria only in a negative light, says actor Milad Yousef.

“They wanted to destroy not just our country, but all that's good in our country, and even any positive images of Syria in the minds of other Arab people.”

And while huge media outlets play political games, it is the directors and the actors that suffer the most, RT’s Maria Finoshina reports from Damascus.

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