mardi 20 décembre 2011

Salah Hamouri: Non sono mai stato difeso come un vero cittadino francese

Liberato domenica sera, il Franco-Palestinese Salah Hamouri racconta a Le Point.fr di sette anni di prigionia in Israele.



Sette anni. Ci sarebbero voluti quasi sette anni affinché il giovane Franco-Palestinese Salah Hamouri potesse riscoprire la libertà. Una pena scontata nella sua quasi totalità, prima che il presidente Nicolas Sarkozy fosse intervenuto in suo favore, nell'occasione della seconda ondata di liberazione dei 550 prigionieri palestinesi ottenuta da Hamas, in cambio della liberazione del soldato Franco-Israeliano Gilad Shalit. Pertanto, durante sette anni, Salah Hamouri accusato di avere partecipato ad un complotto al fine di assassinare il rabbino ultra-ortodosso Ovadia Yossef, non ha cessato di dichiarasi innocente. Tanto più che l'atto di accusa del giovane uomo di 26 anni si basa su un complotto "lontano dalla sua possibile realizzazione" e con " degli elementi di prova essenziali mancanti". In un intervista al Point.fr, il Franco-Palestinese spiega perché Parigi ha usato letteralmente "due pesi e due misure" tra il suo caso e quello del soldato Gilad Shalit.


Le Point.fr : Salah Hamouri, quando hai saputo della vostra liberazione?

Sono stato trasferito dalla mia prigione mercoledì scorso alle sei del mattino in un altro penitenziario del Nord di Israele, dove ho passato la notte. Tutto questo si è ripetuto giovedì, alle sei e mezza, quando sono stato trasferito in un altra prigione, a nord, dove questa volta ho passato sette ore. E' li che la Croce Rossa mi ha annunciato che il mio nome figurava nella lista della seconda ondata di prigionieri palestinesi da liberare. Sono stato in seguito di nuovo spostato in un'altra prigione, a sud questa volta. Ci ho trascorso gli ultimi tre giorni, totalmente isolato, prima della mia liberazione domenica alle 22.


Le Point.fr : Come hai reagito questo annuncio?

Salah Hamouri: Riscoprire la libertà è semplicemente straordinario. E' stato come rinascere per me. Ma non riesco neanche ad esprimerlo a parole. La libertà è la cosa che era più cara ai miei occhi.


Le Point.fr : Ti aspettavi di essere liberato?

Salah Hamouri:Avendo finito di scontare la mia pena, avrei dovuto essere liberato il 28 novembre scorso. Ma le autorità israeliane hanno deciso diversamente. Hanno annullato una legge amministrativa che scontava una settimana per ogni anno di condanna, ( questa legge autorizzava la Giustizia Militare israeliana a convertire nel corso della pena stessa gli anni civili di 365 giorni, in anni amministrativi di 345 giorni. Di conseguenza, il Franco-Palestinese doveva passare 140 giorni supplementari in prigione, e non uscirne prima del mese di Marzo 2012). Dopo la prima ondata di liberazione di prigionieri, questa misura permetteva così alla giustizia di riempire le sue quote di prigionieri lasciandoci in prigione.


Le Point.fr : Il presidente Sarkozy è intervenuto in tuo favore dopo che l'ha fatto il rabbino Ovadia Yossef. Hai informazioni più dettagliate riguardo questo fatto?

Salah Hamouri: Io continuo a credere che la mia liberazione è stata ottenuta grazie agli sforzi durante questi sette anni del mio Comitato di sostegno in Francia, presieduto da Jean-Claude Lefort, (deputato onorario comunista). E' stato questo sostegno che ha accentuato la pressione sul governo francese allo scopo che facesse a sua volta pressione sul governo israeliano per ottenere la mia liberazione. Tutto ciò è la conseguenza diretta del lavoro incessante del mio comitato di sostegno.


Le Point.fr : Come consideri l'azione del governo francese che ha chiesto la tua liberazione alla fine di sette anni?

Salah Hamouri: L'intervento del governo francese non è arrivata che troppo tardi. Avrei voluto essere liberato da anni. Ma, durante tutto questo tempo, le domande di liberazione formulate da parigi non erano altro che troppo blande e timide. Io non sono stato difeso come un vero cittadino francese.


Le Point.fr : Credi di essere stato trattato nella stessa maniera del soldato israeliano Gilad Shalit?

Salah Hamouri: E' chiaro che dopo tutti questi anni di detenzione, c'era una differenza sostanziale tra me, un civile, e Gilad Shalit un soldato. Sfortunatamente, la Francia non ha reagito in base al Diritto Internazionale.


Le Point.fr : Ricevevi in prigione delle informazioni relative alla mobilitazione in tuo favore?

Salah Hamouri: I miei amici ed i miei genitori mi informavano. Questa è stata una cosa magnifica per me, e questo mi ha sostenuto psicologicamente. Questo mi ha dato ancora più fede e di speranza. La necessità di un'amicizia profonda tra tutti i popoli.


Le Point.fr : Hai sentito parlare del sostegno di François Cluzet, e della polemica che egli ha suscitato…

Salah Hamouri: Questo attore ha realizzato un gesto assolutamente eroico, che mi ha enormemente commosso. Io l'ho in quell'occasione, d'altronde contattato e ringraziato dalla mia cella. Esprimendosi in mio favore al TG delle 13 di France 2 François Cluzet ha fatto una scelta ancora più ammirevole in quanto egli ha subito di conseguenza molte pressioni di differente opinione… E' per questo pertanto che ci si appella alla libertà di espressione.


Le Point.fr : Come sei stato trattato in prigione?

Salah Hamouri: Come tutti i prigionieri palestinesi, noi viviamo in condizioni difficili, in otto per cella. Gli Israeliani ci mettono continuamente sotto pressione, in tutte le maniere possibili. Ci si impediva per esempio di ricevere libri, di studiare, o anche a volte di ricevere visite.


Le Point.fr : Perché hai portato avanti lo sciopero della fame a Settembre?

Salah Hamouri: Non ero il solo. Eravamo 234 prigionieri politici a protestare contro l'aggravio delle nostre condizioni di detenzione dopo la cattura del soldato Shalit. Questo mi è costato una settimana di isolamento, senza possibilità ne di vedere la mia famiglia, ne il mio avvocato e neanche il console di Francia. Ma alla fine dei conti, l'amministrazione israeliana si è rassegnata ad accettare le nostre rivendicazioni, anche se non sono state ancora applicate fino ad adesso.


Le Point.fr : Sei stato accusato di avere partecipato ad un complotto con lo scopo di assassinare il rabbino ultra-ortodosso Ovadia Yossef.

Salah Hamouri: Gli Israeliani continuano a parlare di delitto d'intenzione. La mia sola risposta, è che, adesso, 11000 Palestinesi, di cui 350 bambini, sono stati arrestati. E' molto grave questa cosa. Dal punto di vista israeliano, tutto il popolo palestinese è già condannato preventivamente.


Le Point.fr : Ti si accusa di essere un militante del Fronte Popolare di liberazione della palestina…

Salah Hamouri: Io sono in ogni caso comunque membro del popolo palestinese. questo popolo che vive sotto occupazione, è dunque conseguentemente e necessariamente politicizzato. Sono stato sempre un militante per la libertà del mio popolo. Questo diritto alla libertà è riconosciuto a livello internazionale. Tutti i popoli, dai Francesi ai Vietnamiti e tutti gli altri ne hanno diritto. Io non penso che sarebbe stato accettabile in Francia di condannare la resistenza del popolo francese all'occupazione durante la Seconda Guerra Mondiale. Conseguentemente trovo inaccettabile il fatto di condannare la nostra lotta. Il nostro popolo non deve essere escluso dalla storia.


Le Point.fr : E adesso che farai?

Salah Hamouri: Resterò qualche giorno vicino alla mia famiglia. Cercherò in seguito di recarmi in Francia per ringraziare tutti quelli che si sono mobilizzati per me. Sono francese, non dimenticatelo.


Le Point.fr :  Durante la tua prigionia, I palestinesi hanno visto due grandi sconvolgimenti.  La domanda di Mahamoud Abbas di adesione dello Stato palestinese all'ONU così come le due ondate di liberazione dei detenuti palestinesi ottenuta da Hamas in cambio della liberazione di Gliad Shalit. Come li hai accolti?


Salah Hamouri: Esiste davvero evidentemente una cotraddizione tra i due metodi. Ma comunque li considero entrambi come molto importanti. Quello di Hamas mi ha liberato, e quello di Mahmoud Abbas, lo spero, permetterà di liberare il mio popolo.



fonte: Israël-Palestine : Salah Hamouri : "Je n'ai pas été défendu comme un vrai citoyen français"





A.A.A. On cherche Vérité et justice… à l'impasse le procès à Gaza

Après 10 séances on a pas progressé. Il y a seulement une vérité officielle, illogique et boîteux, dont nous ne pouvons contenter, tandis que les points obscurs restent tous irrésolus. Et l'État italien ne fait rien.

GILBERTO PAGANI * 20.12.2011

Le procès Arrigoni à gaza est arrivé à l'impasse. Après 10 séances, ( le procès est entamé en réalité à juillet et il y a été une audience aussi en août même si ça s'est appris récemment) On peut dire que on n'a pas progressé dans la recherche de la vérité. Dans chaque audience La pantomime pseudo-garantiste répétée pour laquelle de temps en temps, le procureur militaire se daigne de fournir éléments de preuve recueillis en avril, les avocats de la défense donc demandent une remise de l'audience pour les pouvoir examiner, le tribunal l'accorde, et donc d'un renvoi à l'autre les temps passe dans l'espoir que le la situation décantes et que sur la mort de Vittorio se pose la poussière de l'oubli. Ils arrivent des choses incompréhensibles, d'autant plus si l'on considère que le procès se déroule devant un tribunal militaire, dans une situation de guerre, dans le contexte que nous connaissons: les témoins n'arrivent pas, la Cour prend note de ça, nouveau renvoi.  Les informations sont identiques à celles q'on se connaissaient déjà, donc on sai bien que deux des assassins sont morts, même si il n'est pas confirmé que l'un (le jordanien présumé directeur l'opération ) s'est suicidé. Il y a beaucoup de points obscurs au sujet de la reconstruction de cette opération policière.Les trois autres auteurs de l'enlèvement et de l'assassinat ont adossées les responsabilités principales aux deux sujets qui ne seront jamais en mesure de fournir leur version des événements. Les déclarations mêmes des accusés , cependant, confirment que deux d'entre eux (en outre des deux victimes) ont matériellement eu concurrence dans le assassinat de Vittorio. 
Les aveux ne sont pas crédibles quand ils essaient de diminuer leur participation directe à l'assassinat, et surtout il n'est pas particulièrement crédible que les accusés ne savent pas ou ne veulent pas expliquer les raisons qui les ont induits à accomplir les crimes qu'ils ont avoué. C'est aussi très curieux que, comme on sait bien, les enquêteurs n'a pas estimé d'approfondir les détails des faits, en se contentant de l'aveu de l'enlèvement et de l'assassinat, sans faire aucun effort pour parvenir à la constatation de la vérité. Il ya une vérité officielle, illogique et boitant, dont on ne peut pas se contenter. Toutes les questions que nous posons sont encore sans réponse, en particulier les deux principaux, c'est à dire pourquoi juste Vittorio a été enlevé et pourquoi il a été tué avant même que l'expiration de l'ultimatum. Les enquêtes, au moins celles "officielles"» ont été fragmentaires, pour utiliser un euphémisme. L'impression nette, c'est que on veut couvrir la complicité des appareils d'Etat (de toute façon en effet trois des accusés sont des militaires), afin que la vérité n'émerge pas. Dans cette situation déprimante, dans laquelle parmi des autres choses, la condition et les possibilités d'action des volontaires internationaux à Gaza sont gravement compromises, brille comme un phare d'espoir à la lettre aux familles des accusés que la famille Arrigoni a rendue publique aujourd'hui parmi le Palestinian Center for Human Rights. Comme on le sait la famille Arrigoni a exprimée clairement sa décision de demander que, s'ils seront condamnés, ne soit pas imposée la peine de mort pour les meurtriers.C'est un geste noble et généreux dans un moment où la haine et la vengeance sont le paradigme des relations sociales et juridiques, pas seulement dans le Proche-Orient, mais aussi chez nous, comme on sait très bien. Je ne sais pas combien d'autres personnes qui ont vu leur fils et frère tué dans une façon si barbare et inhumaine, seraient prêtes à un tel geste. Il ne s'agit pas de pardon, qui ne pourra être pas donné qu'après un repentir sincère pentiment et la pleine révélation de la vérité par les meurtriers. Il s'agit d'un message de vie dans un monde de mort, un cri d'espoir, un cri pour la paix et la fraternité, toutes les choses pour les quelles Vittorio a vécu, parce que on ne peut pas lutter contre la barbarie avec la barbarie et 'la haine avec la haine. La vérité sur la fin de Victor est certainement à Gaza, mais elle ne se trouve pas seulement là. Outre au message de condoléances du président de la République nos institutions n'ont rien fait pour faire la lumière sur l'assassinat de Vittorio, revenant sur une obligation juridique spécifique, même les ministères des Affaires étrangères et de la Justice et bien ils n'ont même pas envisagé de répondre à une invitation formelle à cet égard que j'ai leurs adressée ce Juin dernier. Bien sûr, la situation est compliquée, pas seulement ça, la Palestine n'est pas un Etat reconnu ,mais le Hamas (le parti au pouvoir à Gaza) est considéré comme une organisation terroriste par notre gouvernement, et bien que des autres gouvernements occidentaux ne partagent pas cette position et ont au moins des relations humanitaires avec Gaza. Ceci ne devrait pas être un obstacle qui empêche d'aider à faire la lumière sur l'assassinat d'un de nos compatriotes à l'étranger. Au contraire par contre, il pourrait être une occasion de surmonter ces positions obtuses qui ne sont pas bénéfiques, même à la politique étrangère du gouvernement.Aujourd'hui j'ai encore écrit au Président de la République et aux ministres des Affaires étrangères et de la justice pour les exhorter à faire leur devoir, c'est-à-dire de donner tout le soutien possible à la recherche de la vérité.Je souhaite que notre gouvernement tient à s'assumer se responsabilités et qu'il sorte de la ligne d'apathie et d'indifférence suivie dans le passé, en fournissant à la famille Arrigoni tout le soutien approprié et nécessaire. 

* l'avocat de la famille Arrigoni

mercredi 7 décembre 2011

7 ème audition ce matin pour Vik

7 ème audition ce matin 05/12/2011 pour Vik une grande présence d'amis et de proches des accusés, le procès commence par l'écoute d'un autre témoin, Abdel Razek Abou Harb, 40 ans résidant à Gaza, qui travaille au ministère de l'incendie (où ils travaillent aussi les autres accusés) les avocats de la défense s'opposent. 

L'avocat: nous nous opposons car "ce texte n'est pas écrit dans les procès-verbaux de l'enquête et donc son témoignage n'est pas légal. Nous n'avons pas eu communication de ça rien et alors il dit ce témoin pour nous, il n'est pas "acceptable.

Accusation: Le témoin a déjà publié sa déclaration, et si vous regardez attentivement entre les copies de l'enquête, il y a lu aussi. Pour nous la preuve ça va, nous n'avons pas d'autres questions à poser. La défense au contraire veut toujours allonger le temps donc demande qu'ils soient ajoutés des autres témoins clés, et lui demande de retarder le procès encore.

Juge: Le témoin sera entendu au tribunal et nous refusons la demande de la défense de l'omettre et de reporter la session. Le témoin présent est déjà écrit dans les actes avec sa déposition.

En suite il fait un reproche aux avocats de la défense: 
Juge: Vous ressemblez àdes enfants assis en classe qui n' écoutent pas la leçon, vous ne faite jamais aucune référence à l'enquête de la cause et demandez toujours références sans aucune intervention au sujet des actes d'accusation. Abdel le témoin est entendu 

Juge:. Est ce que tu connais quelqu'un des accusés? Est ce qu'ils y sont tes proches parmi eux? confirme tu ta déposition déja publié?

Abdel: J'ai des relations avec l'un des accusés, je ne connais qu'un seul, je confirme la déposition relâchée sans aucune pression sur moi.

Procureur: Il nous suffit la déposition on a pas d'autre questions. 

Avocat: connaissez vous les accusés? 

Abdel: seulement le 2 eme , Hasasna, je le connais parce qu'il est un co-travailleur.En tant que moi il travaille à Rimal dans les pompiers 

Avocat: Dans ton témoignage, quand on te demandait de quel parti faisait partie cette personne, tu a répondit qu'il était salafiste, pourquoi? l'ai tu connu avant ou après les faits? Abdel: J'ai répondu que j'ai entendu que c'était un salafiste, après les faits. 

Avocat: Avez-vous remarqué quelque chose de bizarredans son comportement avant que les faits? Est ce qu'ils y sont des motifs ou des preuves pour démontrer qu'il avait un rôle dans ce parti? 

Abdel: Je n'ai jamais été un ami de lui, je ne l'ai jamais fréquenté, donc je ne sais pas. 

Avocat: Vous avez dit que vous avez vu la victime souvent accompagnés par des femmes, sais tu s'il avait des relations sexuelles avec eux?

Abdel: Non, je ne sais pas.

Avocat: A tu jamais vu les femmes sortir tard dans la nuit de son domicile?

Abdel: Oui j'ai vu des femmes allant et venant de l'appartement. 

Avocat: A tu quelque chose de plus, quelque chose de bizarre ou qui n'était pas bonne?

Abdel: Non, je n'ai jamais vu rien d'étrange. 

Il est appelé le second témoin, mais Ahmad n'est pas présent, alors la défense a une autre fois demandé de reporter la session. Intervient dans la cour Khader Jreme un proche de l'accusé et demande au juge que soit entendu l'accusé et que sa position soit finalisé, ils y sont 8 mois, qu'il est détenu et la garantie vient à expiration (?) Les autres accusés sortent de la cage,en ne laissant que Khadr Jreme tout seul, le juge décide d'entendre ce qu'il a à dire la défense (l'Avocat Najar) à l'égard de son client.

Avocat: l'accusé est détenu depuis le 16 avril 2011 depuis environ 8 mois. Il a nié son implication dans l'enlèvement et dans l'assassinat, devant cette cour.
Il est actuellement chargé d'une accusation grave sans aucune preuve de son implication dans les événements. En outre les dates du rapport du Procureur général sont fausses entre la premiere et la deuxième interrogation. Nous déduisons qu'il ne fait pas partie de cette charge, il a avoué et a découvert ce qui s'était passé en travaillant avec la sécurité intérieure, il a tout dit et il a aidé la justice à prendre les autres accusés. Ce n'est pas juste qu'il reste en prison et il doit quitter immédiatement car il n'existe aucune preuve contre lui. Conséquent, nous demandons que l'accusé Jreme soit libéré parce que innocent et pas impliqué dans ce procès 

Accusation: L'accusé a été arrêté conformément à la loi 82/2000, car il était considéré comme faisant partie du groupe. Conformément à la loi 204 / 1936 (loi turque), il a agi avec les autres pour l'enlèvement de la victime et il a signalé l'objectif et il a accepté avec d'autres au sujet des modalités et desobjectifs de l'enlèvement. La demande a été que le gouvernement devrait accepter la libération d'un détenu. Pour ces accusations, le Code prévoit la peine de mort par pendaison ou la prison à vie. L'accusé est donc considéré comme dangereux et le ministère publicdemande qu'il ne soit pas libéré sous caution, car il pourrait contaminer les éléments de preuve et ça ne permettrait pas la continuation du procès.

Avocat: Selon l'Accusation tous les éléments de l'acte d'accusation sont dans le fichier que vous avez dans vos mains. En fait, si nous regardons bien les actes, dans les informations il n'est pas indiquée en aucune façon sa participation au meurtre de la victime. 

Juge: Nous rejetons la demande de libération de l'accusé Khader Jreme. Le procès est mis à jour au ce 19 Décembre 2011 prochain.



lundi 5 décembre 2011

VITTORIO: LA SEPTIÈME SÉANCE, LA VÉRITÉ LOINTAINE...

Mis à jour le 19 Décembre l'audience contre les assassins de Vittorio Arrigoni. Rien de pertinent pour établir la vérité. Encore pas de responsables de l'enlèvement et assassinat du jeune activiste italien, tué à Gaza ce 15 Avril dernier 

MARTA FORTUNATO


Beit Sahour (Cisjordanie), 05 Décembre 2011, Nena News - «Dans la maison de Victor ont été beaucoup de femmes?". Avec ces mots, l'avocat de la défense s'est tourné vers le seul témoin entendu aujourd'hui pendant le septième jour du procès aux ravisseurs et assassins de Vittorio Arrigoni. Cette fois encore la session, qui a duré 45 minutes, et s'est concentrée sur des questions secondaires et trompeuses et l'accusation n'a pas encore enquêté sur la véritable raison qui a conduit les quatre accusés - Tamer Hasasnah, Mahmoud Salfiti, Khader Jramet Amer Abou Goula - à enlever et tuer Vittorio Arrigoni ce 15 avril dernier. Le procès a été reporté au 19 Décembre et s'est terminé sans que aucun élément nouveau soit émergé pour établir la vérité. Ce matin, dans le tribunal militaire de la ville de Gaza, l'accuse a continué la présentation des témoins commencé lors de l'audience de 4 Novembre dernièr. La défense s'était initialement opposé à l'écoute des témoignages de ceux qui sont appelés par l'accusation, en disant qu'il n'a été pas écrit dans les actes. Le juge a demandé à la défense de lire les documents des actes avant l'audience et l'a accusée d'être «comme des enfants à l'école», contraires à tout et pas du tout intéressés à résoudre l'affaire. L'un des deux témoins, qui aurait dû être entendu aujourd'hui, ne figurait pas dans la cour,tandis que le second, un collègue de Tamer Hasasnah, n'a fait que confirmer les déclarations faites pendant l'enquête. Ces dépositions qui n'ont pas été lues, mais seulement confirmés, en empêchant ainsi au nombre de spectateurs présents dans la salle d' apprendre ce que a été émis par le témoin immédiatement après l'assassinat de Vittorio.
 La défense a demandé le report de l'audience, mais quelqu'un de la famille de l'accusé Jram Khader a demandé que le procès devait être terminé. L'avocat de la défense a déclaré que Khader n'est pas accusé par les actes d'avoir pris part à l'enlèvement ou à l' assassinat de Vittorio, mais, au contraire il fut le premier à parler et à coopérer avec la police. L'accusation a été d'un avis différent: Khader n'aurait pas seulement pris part à l'enlèvement, mais il aurait lui même mentionné le nom de Vittorio au chef des salafistes. Alors que la défense a demandé la libération de Jram, le procureur a déclaré que la pénalité que Khader devra payer sera la réclusion à perpétuité ou la peine de mort.

L'audience a été ajournée au 19 Décembre.

Après plus de six mois depuis le brutal assassinat de Vittorio et après presque trois mois depuis la première audience, le procès aux ravisseurs de Vik est toujours en haute mer. Les temps rapides assurés par le gouvernement du Hamas n'ont pas été respectées et la vérité est encore loin d'être.
Cette séance, comme les deux précédents s'est terminée dans une impasse. Trois des quatre accusés restent en prison après la décision du 3 Octobre dernier de libérer Abu Amer Ghoula, accusé «seulement» d'avoir offert un refuge à deux leaders salafistes Breizat et al-Omari. Les accusés ont admis d'avoir enlevé Vittorio mais ils refusent tous les accusations à l'égard de l'assassinat du jeune activiste italien. Ils indiquent Breizat et al-Omari comme les deux meurtriers. Toutefois, les deux ont été tués lors d'une fusillade avec la police ce 17 avril dernier.

source: Nena News
VITTORIO: SETTIMA UDIENZA, VERITA’ LONTANA

mercredi 23 novembre 2011

Demain le sixième audition procès aux assassins de Vittorio

J'espère que le procès finalement arrive au point crucial et qui soient clarifiés les raisons de l'enlèvement et du meurtre de Vik 



Gaza, 23 novembre 2011, Nena News –


S'ouvre demain à la Cour militaire de la ville de Gaza la sixième audition dans laquelle on verra à la barre quatre Palestiniens accusés d'avoir enlevé et tué en avril dernier, le journaliste italien et activiste Vittorio Arrigoni. Il est à espérer que le débat entre enfin au point crucial. La dernière audience au début de novembre, n'avait fait enregistrer nouveautés importantes et elle a été fermé après 50 minutes. Il est souhaitable que le procureur demandera aux accusés – Tamer Hasasnah ,Mahmoud Salfiti , Khader Jram et Amer Abu Ghoula, ce dernier deja sorti de prison, parce qu'il est accusé d'infractions mineures – pour savoir pourquoi Victor a été enlevé ce 13 avril dernier et pourquoi il a été tué dans la nuit entre le 14 et le 15 avril. Les accusés au cours des enquêtes ont dit qu'ils appartiennent à une cellule salafiste dirigée par le jordanien Abdel Rahman Breizat et par Omari Bilal palestinien Gaza, tous les deux tués dans une fusillade avec la police deux jours après le meurtre de Victor. Sur les raisons de l'enlèvement la famille Arrigoni prévoit que finalement pleine lumière soit faite, en considération de l'engagement réalisée par Vittorio pour protéger les droits des Palestiniens de Gaza, assiégés par les israélien  . 

Nena News

mercredi 16 novembre 2011

I wish that you will read this letter by Salah Hamouri


We publish below, the letter written on last  14 July by Salah Hamouri since his imprisonment in Guilboa.




I would like to ask you just a question: It could be acceptable for you that the french resistants, during World War II "would regret" their actions in front of a occupation or collaboration to the regime Tribunal? If we can compare case and case of this two situation, what we can say it is just that Palestine is under a foreign occupation since 62 years. A brutal occupation that multiply the murders, that build walls, that besiege aqnd colonise, that expulse the major number of Palestinians that's possible from their land and their homes, almost in East Jerusalem, were i live with my family.
In front of this occupation that my people live every day, i can't be indifferent or to be silent. I born and i grew up inside an occupied country and cause i refused to be silent, i'm since 5 years in a prison. How could i accept this occupation that also you condemned? It's my right to refuse it.
In those conditions, it's unbelievable even for a while, that after all i endured, i will "regret" or "apologize" of anything in front a military tribunal of occupation. I support the legitimate resistance of my people that benefit of free people in the worldwide solidarity.

Salah Hamouri 

translation by Erminia Scaglione

source :  J’espère que vous lirez cette lettre… Par Salah Hamouri.
Nous publions ci-après, la lettre écrite le 14 juillet dernier par Salah Hamouri depuis sa prison de Guilboa.



Je voudrais vous poser une seule question : aurait-il été acceptable pour vous que les résistants français, pendant la seconde guerre mondiale, « regrettent » leurs actes devant des tribunaux d’occupation ou de collaboration ?


Si on ne peut comparer terme à terme les deux situations, il n’en reste pas moins que la Palestine vit aussi sous occupation étrangère depuis maintenant 62 ans. Une occupation brutale qui multiplie les meurtres, qui construit des murs, qui assiège et colonise, qui expulse le plus possible de Palestiniens de leur terre ou de leurs maisons, surtout à Jérusalem-Est où je vis avec ma famille.


Devant cette occupation que vit mon peuple, je ne peux rester ni indifférent ni me taire. Je suis né et j’ai grandi dans un pays occupé et, parce que je ne peux pas me taire, je suis depuis plus de 5 ans en prison. Comment pourrais-je accepter cette occupation que vous-même avez condamnée ? C’est mon droit que de la refuser.


Dans ces conditions il n’est pas pensable une seule minute, qu’en plus de tout cela que je subis, j’en vienne à « regretter » ou à « m’excuser » de quoi que ce soit devant un tribunal militaire d’occupation.


Je soutiens la résistance légitime de mon peuple qui bénéficie de la solidarité des gens libres à travers le monde.

Salah Hamouri







Les parents de Salah ont pu le voir aujourd’hui mardi 8 novembre. Depuis plus d’un mois Salah Hamouri était isolé de tout, ses parents interdits de visite.

Salah parent's could see him the 8th of November. Since more than a month Salah Hamouri was in isolated and couldn't meet anyone, his parents indeed were prohibited to visit him.

Ce jour ils ont pu le voir dans la nouvelle prison où il se trouve. « Il a maigri mais il conserve le moral » nous fait savoir Denise Hamouri.

In that day they could see him in the new prison, where he is detained. "He lost weight but he retains the moral" said us Denise Hamouri.

On peut désormais lui écrire à :
So we can write him at this adress:

Salah Hamouri

Shata prison

Section 7

10900 Afoula

Israël

Nous rappelons qu’il convient de ne pas mettre d’adresse au dos de votre lettre au risque qu’elle vous soit retournée.
We remind that's better not to write your adress in the front of your letter cause you risk that it it be returned back to you.



samedi 12 novembre 2011

Attaque contre l'Iran : exercices militaires Israël/Italie/Grèce dans le désert du Sinaï


L'armée israélienne, avec la participation des armées de l'Italie et la Grèce, fera en novembre, des exercices militaires sans précédent dans le désert du Sinaï, en Égypte. Selon le réseau satellite d'Al-Alam, ce sont des manoeuvres militaires sans précédent depuis le 1956 jusqu'au présent. Selon les premières informations émergées sur l'exercice, à cette occasion, Israël veut exercer ses pilotes aux techniques de sauvetage en suite à l'abattage de leur appareil. Selon les experts militaires, c'est une confirmation supplémentaire au sujet du fait qu'Israël serait vraiment entrain d'une planification de lancer une attaque militaire contre l'Iran. La cause la quelle nous porte beaucoup à la réflexion est que l'Italie et la Grèce ont accepté de participer à des exercices similaires qui, dans les conditions actuelles, ont un sens très clair dans le scénario du Moyen-Orient  ; C'est clair en effet que Rome et Athènes, compromettent de cette façon leur position dans le nouveau Moyen-Orient.

jeudi 10 novembre 2011

FREEDOM WAVES: Les activistes risquent des mois de prison

Nouveaux détails au sujet de l'assaut à la flottille recomptés par les militants expulsées. Ils sont 18 les pacifistes encore en prison, y compris l'euro-député irlandais Paul Murphy
GIORGIA GRIFONI





Rome, 10 Novembre 2011, Nena News. Deux mois de prison sans inculpation ni procès. C'est quoi ils risquent 18 des 27 militants de la "Freedom Waves "Flottille, arrêtés par la marine israélienne le 4 Novembre dans les eaux internationales en route vers la bande de Gaza avec une charge de médicaments pour briser le siège imposé sur le territoire par l'Etat hébreu. Dans un communiqué de presse de la Freedom flottille publié hier, les organisateurs expliquent la quelle est la seule condition proposée par les autorités israéliennes pour empêcher ce type de détention administrative: "Le juge leur a demandé de signer une déclaration selon la quelle ils seraient entrés en Israël volontairement et illégalement ". Une admission que plusieurs des militants ne sont pas disposés à faire car il ne semble pas correspondre à la réalité des faits: "Ils ont été enlevés par la violence et traînés en Israël contre leur volonté en essayant de parvenir à Gaza", poursuit le communiqué.C'est particulièrement de résonance le témoignage du député irlandais et militant Paul Murphy, qui encore par la presse, a déclaré que "il ne souscrira pas des mensonges pour revenir à la liberté. Il demande, au nom du droit international, d'arrêter le pouvoir excessif de l'état le plus illégal du monde et d'être libéré immédiatement, avec les autres les quels ont saisi la mission humanitaire. "Freedom Waves ". 

La seule note positive est la libération prévue pour aujourd'hui, du professeur et militant-canadien-David Heap, l'un des premiers à avoir apporté un témoignage de l'agression à la "Freedom Waves".Les organisateurs de la flottille continuent à faire pression sur le gouvernement canadien à la fois du Parlement européen pour obtenir la libération immédiate des militants restés dans les geôles israéliennes, après que neuf d'entre eux ont déjà été expulsés de Tel-Aviv. Ceux ci ont reconté mot pour mot ce qui s'est passé pendant et après l'arraisonnement des navires Tahrir et Saoirse par les autorités israéliennes. Parmi eux Jihan Hafiz, un journaliste, de Democracy Now, qui a publié de nouveaux détails sur ce qui s'est passé le 4 Novembre à 45 miles nautiques de la bande de Gaza. "Deux canonnières à l'eau-raconte Hafiz- ont commencé à tirer des jets d'eau sur le navire irlandais en l'inondant en foudroyant des pièges jusqu'au point de faire sauter le système électrique". Le témoignage se poursuit avec une description del' assaut par les militaires, qui auraient ".pointé leurs armes à la tête des passagers, en le battant, et en les maltraitant et en les filmant nus lors une perquisition". Loin d'une façon pacifique dont, selon les sources militaires israéliennes, les militants auraient étés menés dans le port d'Ashdod. 

Nena News

M. ou de sabotage au pipeline : Égypte et Israël, le septième attaque depuis février

Caire – l'explosion de deux bombes a endommagé pour la septième fois depuis février le pipeline d'exportation en Israël du gaz égyptien. Selon un correspondant de presse TV la première explosion s'est verifiée aujourd'hui, une heure après minuit, environ à 40 km à l'ouest de Al-Arich, dans la péninsule du Sinaï. Selon des témoins oculaires également des inconnus armés étaient présents sur le site de l'explosion ; une deuxième explosion se produisit quelques minutes plus tard dans la même région et près d'une station de pompage. On ne sait pas quel impact peut avoir cette attaque sur les exportations du gaz mais les précédents ont déterminée toujours la cessation des exportations en Israël et en Jordanie. La dernière attaque sur le pipeline remonte au 27 septembre et a determiné la blessure d'une personne. L'Égypte fournit le 40 % de gaz qu' Israel a besoin, réalité qui n'est absolument pas aimée par la population égyptienne.


source:M.O: sabotaggio a gasdotto Egitto/Israele, settimo attacco da Febbraio



à lire aussi Égypte: le gazoduc livrant Israël attaqué



Le gazoduc égyptien livrant du gaz à Israël et à la Jordanie, déjà frappé par six attaques depuis février, a été touché par deux nouvelles explosions la nuit dernière.

Une première explosion a eu lieu vers 01H00 à une quarantaine de kilomètres à l'ouest de la ville d'al-Arish, dans le nord de la péninsule du Sinaï. Des témoins ont affirmé avoir vu des hommes armés sur les lieux, selon cette source qui n'était pas en mesure de dire s'il y avait des victimes. Un incendie était visible après l'explosion, a rapporté de son côté l'agence officielle Mena.

Une seconde explosion aux causes non déterminées a également eu lieu a proximité d'une station de pompage de ce secteur, a affirmé la Mena, ajoutant que l'armée s'était déployée dans la région.

Ce gazoduc a déjà été visé par six attaques non revendiquées depuis le mois de février dernier, qui ont obligé à plusieurs reprises à suspendre les livraisons à Israël et à la Jordanie. Le dernier attentat avait eu lieu dans la nuit du 26 au 27 septembre dernier.

Plusieurs tentatives d'attentats ont également été déjouées ces derniers mois.
Les autorités égyptiennes ont annoncé à plusieurs reprises des mesures pour renforcer la protection de ces installations et tenter d'arrêter les auteurs de ces attentats.

L'Egypte fournit 43% du gaz naturel consommé en Israël

Les livraisons de gaz naturel à l'Etat hébreu conclues du temps du président Hosni Moubarak, renversé le 11 février dernier, sont très critiquées dans l'opinion et la classe politique égyptiennes. L'Egypte fournit 43% du gaz naturel consommé en Israël, où 40% de l'électricité est produite à partir de cette source d'énergie. Le gaz égyptien couvre par ailleurs 80% des besoins de la Jordanie pour la production d'électricité, soit 6,8 millions de mètres cubes de gaz quotidiennement importés.

La région égyptienne du Sinaï est particulièrement sensible sur le plan sécuritaire en raison des tensions avec la communauté bédouine qui y vit. De multiples trafics avec l'enclave palestinienne de Gaza passent par le Sinaï, également accusé par Israël de servir de base arrière pour des attaques de militants radicaux contre son territoire.

Le Moyen-Orient n'a jamais été plus dangereux


En étant poussé hors de bilan par la démocratique printemps arabe , Israël est entrain de considerer  plus étroitement d' attaquer l'Iran, et de rétablir le contrôle sur la région par le biais de dissuasion militaire, indépendamment des risques, écrit Saleh Al-Naami

Traduction par Hamurabi Pariz'i



le Premier Ministre colonial Benyamin Netanyahu disent qu’il rêve de suivre les traces de l’ancien premier ministre anglais, Winston Churchill, et d’être inscrit dans l’histoire comme le leader qui a réussi à supprimer complètement le danger qui menace l’existence de l’état hébreu, exactement comme Churchill a réussi à éliminer les Nazis qui ont menacé le monde jusqu’à ce que la seconde guerre mondiale éclate. Amnon Abramovich, un commentateur israélien influent a dit que Netanyahu croit que le programme nucléaire de l’Iran est un danger qui menace l’existence d’Israël et que son "projet favori" est de détruire le programme nucléaire de l’Iran.

Ceux qui connaissent bien le Premier Ministre israélien Benyamin Netanyahu disent qu’il rêve de suivre les traces de l’ancien premier ministre anglais, Winston Churchill, et d’être inscrit dans l’histoire comme le leader qui a réussi à supprimer complètement le danger qui menace l’existence de l’état hébreu, exactement comme Churchill a réussi à éliminer les Nazis qui ont menacé le monde jusqu’à ce que la seconde guerre mondiale éclate. Amnon Abramovich, un commentateur israélien influent a dit que Netanyahu croit que le programme nucléaire de l’Iran est un danger qui menace l’existence d’Israël et que son "projet favori" est de détruire le programme nucléaire de l’Iran.

Noam Brening, un commentateur renommé du journal Yediot Aharonot, dit que Netanyahu et son ministre de la Défense, Ehud Barak, se livrent à un intense lobbying pour obtenir la décision d’attaquer les installations nucléaires de l’Iran. Brening a écrit que Netanyahu et Barak pensent pouvoir convaincre les responsables de l’armée et des services secrets d’attaquer malgré leur réticence. Par le passé, ces responsables des agences de sécurité qui ont pris leur retraite il y a quelques mois comme l’ancien chef d’état major Gabi Ashkenazi et l’ancien responsable du Mossad Meir Dagan et l’ancien directeur du Shin Bet, Yuval Diskin, avaient réussi à faire échouer les machinations de Netanyahu et Barak.

Il est vrai que les dirigeants politiques israéliens peuvent prendre des décisions et forcer l’armée à les appliquer mais les dirigeants politiques savent que les Israéliens se rendent compte qu’il faut que des cadres du niveau des dirigeants des agences de sécurité soient d’accord avec les décisions qu’ils prennent. Et l’armée a clairement indiqué à Netanyahu et Barak qu’une décision d’attaquer l’Iran aurait des conséquences très négatives pour Israël et saperait son statut stratégique.

Après avoir quitté son poste de chef du Mossad, Dagan a lancé une campagne médiatique contre Netanyahu et Barak pour démontrer qu’une attaque contre l’Iran se solderait par un désastre stratégique pour Israël. Ceci a fort contrarié les politiciens israéliens de droite qui l’ont accusé de saper le pouvoir de dissuasion d’Israël par rapport à l’Iran avec ses attaques dans les médias.

Plus tard, on s’est rendu compte qu’un certain nombre de ministres importants de droite soutenaient le camp Ashkenazi-Dagan-Diskin, y compris Dan Maridor, Moshe Yalon, Benny Begin, et même Avigdor Lieberman. Ben Kasbet, un commentateur renommé du journal Maariv pense que du fait de leur récente nomination, les nouveaux responsables de l’état major de l’armée, du Shin Bet et du Mossad seront moins capables de résister aux pressions de Netanyahu et de Barak et qu’ils pourraient être convaincus d'attaquer l’Iran.

Alon Ben-David, un correspondant renommé de la chaîne 10 de la télévision israélienne pense que Netanyahu veut attaquer le programme nucléaire de l’Iran pour semer la pagaille au Moyen Orient après le printemps arabe. Ben-David croit que Netanyahu tente de mettre fin à la crise qu’a engendrée pour Israël la requête du président palestinien Mahmoud Abbas qu’un Etat palestinien devienne membre de l’ONU, et qu’il cherche à restaurer le statut d’Israël au plan international. Il ajoute que le duo Netanyahu-Barak croit que le déclenchement de crises est la solution de la plupart des problèmes stratégiques que rencontre Israël, spécialement depuis l’explosion des révolutions démocratiques dans le monde arabe.

Ben-David dit aussi que Netanyahu et Barak croient que le meilleur moyen de le faire est de cibler les installations nucléaires iraniennes, ce qui enverrait aux gouvernements arabes qui se mettent en place depuis le printemps arabe un message de dissuasion. A la différence de Brening, qui s’attend à ce que Netanyahu donne l’ordre d’attaquer les installations nucléaires de l’Iran peut-être même avant l’hiver, Ben-David croit que cela n’aura pas lieu avant l’été parce que les nuages d’hiver réduisent l’efficacité des images par satellite et des avions sans pilotes qui récoltent l’information et les données nécessaires aux bombardements.

Toujours selon Ben-David, bien qu’il puisse sembler que les conditions ne soient pas favorables à une attaque de l’Iran parce qu’Israël est isolé du point de vue stratégique : "c’est la situation la plus dangereuse depuis 1967" ; et bien qu’une opération militaire contre l’Iran puisse déstabiliser toute la région, Netanyahu et Barak escomptent qu’une telle attaque réduirait les menaces de révolutions démocratiques dans le monde arabe.

Selon des commentateurs israéliens reconnus, Netanyahu justifiera l’attaque en demandant aux responsables de l’armée et des agences de sécurité ainsi qu’aux ministres les plus importants de son cabinet de soutenir l’attaque parce que le temps joue du côté du programme nucléaire iranien. Ces commentateurs ajoutent que Netanyahu a dit à ses ministres et les généraux les plus importants que l’équipement centrifuge des installations nucléaires iraniennes va bientôt commencer à enrichir une autre tonne d’uranium que Tehéran va transporter dans une installation nucléaire secrète construite sous la montagne dans la ville religieuse de Qom. Il serait alors très difficile d’empêcher par des bombardements aériens la fabrication d’armes nucléaires iraniennes.

Ronin Brigman, le correspondant de Yediot Aharonot spécialisé dans les services secrets, écrit qu’il y a peu de chance de succès dans une attaque des installations nucléaires iraniennes : "L’Iran a compris la leçon quand Israël a détruit le réacteur nucléaire irakien [Osirak] en 1981, et depuis, Téhéran éparpille ses installations nucléaires dans tout le pays ; [de sorte que] nous ignorons combien d’installations nucléaires l’Iran peut dissimuler". Il ajoute que les installations nucléaires sont protégées par des batteries anti-aériennes que l’Iran améliore chaque jour, et dont une partie a été construite sous terre.

Il dit aussi que le plan d’attaque est très complexe et qu’Israël a des capacités aériennes limitées et n’a aucun porte-avion, ce qui nuit à la mobilité de ses forces. De plus la distance entre les bases aériennes israéliennes et les installations nucléaires iraniennes est d’au moins 1500 km, ce qui signifie qu’il faudra refaire le plein au moins une fois en chemin. Brigman pense qu’il y aura des batailles aériennes qui obligeront les avions de combat à refaire le plein une seconde fois au moins.

Il ajoute que comme ce sera une attaque éclair, on ne pourra bombarder que peu d’endroits et il cite des experts militaires qui disent que même si Israël réussissait à détruire toutes les installations nucléaires, cela ne détruirait en rien le savoir-faire des savants du nucléaire iranien. Ce qui fait qu’en deux ou trois ans, l’Iran pourrait reconstruire ses installations.

Il y a des Israéliens qui craignent qu’une opération israélienne n’ait pour effet de resserrer les rangs iraniens derrière le gouvernement en place et ne renforce le camp "extrémiste" actuellement majoritaire. Et il y en a qui doutent qu’il soit possible de justifier une attaque contre l’Iran puisque l’Iran a accepté les restrictions stipulées dans le Traité de Non Prolifération et les installations connues sont contrôlées par l’ONU, ce qui rend le développement d’armes nucléaire difficile pour l’Iran. Qui plus est, une attaque israélienne donnerait aux leaders iraniens une excuse pour expulser les contrôleurs internationaux.

La position de Washington sur une éventuelle frappe israélienne sur l’Iran n’est pas claire. Jusqu’à il y a peu, on avait l’impression que les Etats-Unis ne voulaient pas d’une attaque israélienne contre l’Iran, par crainte qu’une réplique iranienne ne nuise aux intérêts étasuniens dans la région. Mais lors d’une récente visite en Israël du secrétaire à la Défense étasunien, Léon Panetta, les choses avaient, semble-t-il, changé. Le journal israélien Maariv a révélé que Panetta avait indiqué à ses hôtes israéliens que Washington ne s’opposerait pas à ce que Tel Aviv fasse ce qui lui semblerait approprié en la matière.

Certains Israéliens croient qu’en fait le président des Etats-Unis, Barack Obama — qui se bat pour sa réélection — n’est pas en mesure d’exercer la moindre pression sur Israël ni de l’empêcher d’attaquer l’Iran car il a peur de contrarier des groupes juifs et de diminuer ainsi ses chances d’être réélu pour un second mandat.

L’intention de Netanyahu d’attaquer l’Iran et son programme nucléaire inquiète beaucoup Uri Bar-Yosef, un intellectuel israélien célèbre pour ses recherches et ses écrits sur les erreurs d’Israël pendant la guerre de 1973. Il se moque amèrement du désir brûlant de Netanyahu de prétendre devenir l’héritier de Churchill au moyen d’une telle entreprise et il a dit que la manière de diriger de Netanyahu, et spécialement sa manière de prendre des décisions, le rapproche plus du dictateur fasciste Benito Mussolini qui a commis la sottise d’engager son pays dans la seconde guerre mondiale. Et le reste c’est de l’Histoire.

mercredi 9 novembre 2011

7 novembre - Les enfants de la Palestine

Zawahreh Mazin a été libéré le 4 Novembre un adolescent palestinien de Bethléem de 14 ans, qui a été arrêté l' 11 Septembre près du check-point de Beit Jala, au sud de Jérusalem.
Mazin ce jour-là était avec trois amis ils étaient entrain de jouer au football quand sept soldats israéliens, à le voir, l'ont attaqué en le frappant avec la crosse de la carabine. Ils l'ont mis à genoux, ils déchirèrent ses vêtements, les mains liées et les yeux recouverts avec sa propre T-shirt et ils l'ont battu pendant deux heures. Avant qu'ils l'avaient emmené dans une jeep, une connaissance, en voyant le garçon dans ces conditions, prévenait la famille qui, autrement, n'aurait pas su quoi que ce soit au sujet de l'arrestation de son fils.

Mazin fut donc apporté à la prison israélienne de Mascobia, à Jérusalem, où il a été détenu et interrogé pendant 29 jours sous l'inculpation d'avoir essayé de tuer les soldats avec un cutter trouvé dans sa poche. Le garçon fut soumis à des traitements inhumains: menacé et torturé,gardé dans un débarras sous la terre, attaché à un lit, dans une position forcée qui a lui causé de graves problèmes respiratoires. Ce traitement brutal visait à obtenir un plaidoyer de culpabilité à des accusations portées contre lui, déclaration que, malgré tout, Mazin a eu la force de ne signer pas .


Les parents ne savaient même pas si l'enfant était vivant ou mort, jusqu'à qu'ils ne furent appelés par la prison pour eux dire d'aller lui rendre visite à Jérusalem, une chose impossible,puisque sans permis pour passer le check-point. Apprenant que son fils était vivant, les parents ont entrepris tous les moyens juridiques pour le retirer de la prison, ils s'adressèrent à une association d'avocats, Défense des Enfants International. L'avocat qui a pris en charge la cause parlait en hébreu et en arabe, et c'était important car les procès sont exécutés chez la Cour de justice israélienne entièrement en hébreu et les traducteurs officiels simplifient les traductions . Après la première audience, à laquelle les membres de la famille ne pouvaient pas assister, le garçon a été transféré à la prison d' Offeq, une prison pour criminels de droit commun, dans lequel, après avoir subi battements répétés et des menaces, il a été maintenu en isolement, privés de lumière et aussi d'air , et obligés de dormir sur le sol, dans des conditions qui ont aggravé ses problèmes respiratoires. Ici aussi, il a subi des brûlures sur tout le corps, les brûlures qui sont encore visibles.

Le second procès a pris fin avec la demande de la cour d'un paiement de 20 000 ILS par l'accusé , il s'agit environ de 4000 €, une première tranche de 10 000 comme un dépôt pour sa sortie et une deuxième qui devait être payé à la fin du procès.
Le 4 Novembre, il est communiquée à la famille que Mazin a été libéré et qui a quitté le poste de contrôle près de Tul Karm, à environ une centaine de Kilomètres de Bethléem.
Mais ce procès reste ouvert, la prochaine audience est prévue pour le 22 Novembre et le garçon risque d'être incarcérés une autre fois.

La chose la plus abominables de toute cette histoire est le traitement que les autorités israéliennes réservent d'habitude aux jeun gamins Palestiniens, en voyant dans chacun d'eux pas un jeune qui se projette vers la vie mais seulement un dangereux terroriste. Torturer un garçon de 14 ans, l'isoler, le soumettre à des conditions inhumaines, lui nie chaque droit: à quoi vise tant de brutalité à essayer d'annihiler l'espoir, la tranquillité, le désir de combattre qui est dans lui?




dimanche 6 novembre 2011

Ma journée avec FREEDOM WAVES sur Palestine Intifada 3

Ils y sont trois jours qui j'accompagne sur ma page de FB
les activistes de la Freedom Waves, voila ma mise au jour de leurs témoignages, appels, articles et reportages qui j'ai rapporté sur Palestine Intifada 3

Entretien au Capitaine crétois de la Tahir au sujet des la saisie des Bateaux par la Marine Israélienne

Ils retournèrent samedi matin à Athènes, les deux capitaine crétois qui ont participé à la mission "vagues de la liberté "("FREEDOM WAVES"), George Klontzas et Zacharias Stylianakis. Comme indiqué dans une interview, le capitaine Giorgios, a été battu par les Israéliens lorsqu'il a refusé-très doucement de donner ses empreintes digitales devant l'illégalité de « l'interrogatoire ». Ils existent aussi des témoignages d'autres militants qui ont été également battus. Dans la soirée du samedi, ils n'ont pas libérés tous les militants. Ils sont encore détenus 14 passagers Saoirse et certains du Tahrir.
Annonces:
[un bateau à Gaza] [flottille de liberté] moment de la saisie des navires :
autour 13 heures du vendredi 4 novembre 2011, les deux navires « Tahrir » et « Saoirse" qui ont participé à la mission vagues de liberté ("FREEDOM WAVES"), car elles étaient à 48 nm au large de la côte de Gaza, ont été rapprochés par les navires de guerre israéliennes et ont eu avec eux le premier contact par radio.
Les deux navires étaient Capitaines : George Klontzas (du bateau Canadien "Tahrir") et Zacharias Stylianakis (du bateau irlandais "Saoirse") 




13:10 : à la question de la marine israélienne : "La quelle est la destination finale du"Tahrir"?", le bateau a répondu :" l'amélioration de l'humanité".

13:15 : Trois frégates se déplaçant à intercepter les deux petits navires à passagers.

13:40 : Ils ont cessé de communiquer avec le "Tahrir"

Lors c'est considérée presque conclue l'occupation des bateaux.

14:43 : Conformément à certaines informations, les bateaux n'ont pas encore été pris.

15:23 : Et la stigmatisation de la "Tahrir" montre que les navires sont ancrés pour plus d'une heure, des sources de l'armée israélienne annoncent qu'ils ont donné l'ordre pour la saisie des navires : résultat remorquage et à Ashood.

15:43 : Les soldats grimpent dans les bateaux.

16:00 : Les navires ont déjà été occupées.

16:29 : Les forces d'occupation israéliennes ont officiellement annoncé la saisie des navires.

17:30 : Nous avons relevé qu'on a pas des personnes blessées dans les deux navires.

18:00 : Un communiqué de presse de la "un bateau pour la bande de Gaza ' 19:50 : Les deux navires avec 27 militants sont arrivés à Ashood. Comme a informé l'ambassade grecque, Giorgos Klontzas, et Zacharias Stylianakis retourneront à Athènes avec le vol du matin suivant de 05:15.

Vidéo de la saisie de navires





Nous vous informerons des évolutions.

Reportage « de Democracy Now ! » sur le « Tahrir » :



@ Saoirse Irlande: 

Dernière documentaire de la SAOIRSE  et du TAHRIR avant que les terroristes israéliennes  détournent les bateaux et enlèvent les militants....





LES ABUS:

Militants canadiens abusés quand le bateau à Gaza a été pris par les troupes israéliennes

Le Capitaine de Tahrir G. Klontzas confirme la torture par les forces israéliennes contre les militants attaqués et enlevés dans les eaux internationales. Il a été torturé. G. Klontzas, a signalé que les forces israéliennes lui ont mis les menottes si serré qu'il lui ont causer des problèmes circulatoires et qu'il fut forcé par la violence de trois soldats à donner ses empreintes digitales. Pour l'obliger à fournir des empreintes digitales était serré à l'encolure si fort qu'il pourrait ne plus respirer. Il a également signalé que les soldats israéliens lui ont enfilé leurs doigts dans les yeux en lui provoquant un fort douleur. Il était calme, et il n'avait pas engagés les comportements négatifs qui pourraient causer comme réaction d'aucune façon ces mauvais traitements ; seulement, il avait demandé à voir son avocat.


via Irish Ship to Gaza (Freedom Flotilla 2)

*Il semble que Trevor Hogan, passager de Saoirse, a envoyé un message disant que les Israéliens ont « presque détruit le bateau ». Nous avons besoin d'en apprendre davantage.
*Apparently Trevor Hogan, a passenger on the Saoirse, sent a message saying that the Israelis had "almost destroyed the boat". We need to know more...






From Richard Dufek
*Tous les passagers de FreedomWaves devraient être émises (déporté) mardi, après 72 heures à partir de maintenant.

*All passengers of the #FreedomWaves should be released (deported) on Tuesday, 72 hours from now.



Par la FreedomWaves

* par h. Arraf : Majd Kayyal passager qui revient à Haïfa. libéré sans argent ou Tél. dans la nuit à Ashdod. il recompte qu'ils ont été battus.
* Par h. Arraf: # FreedomWaves les militants kidnappés ne peuvent pas appeler les avocats déjà disponibles et d'attente à la prison.
* CanadianBoatGaza : 21 d'eux ils sont toujours détenus, abusés, blessés et sans accès au téléphone pour communiquer avec les familles.


LIBEREZ LES MAINTENANT !

21 passagers toujours en détention, seront liberés dans les prochains jours selon la source: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4144075,00.html





L'activiste de la flottille australien, Michael Coleman, a filmé cette vidéo de mise à jour avant de quitter Sydney, dans le cas où il serait détenu par les autorités israéliennes. Depuis des heures  les militaires israéliens sont montés à bord du bateau dans le quel Michael voyageait et il est actuellement détenu en Israël. Voici ce qu'il a dit :




GET THEM HOME NOW!!!!!!!!!!!!!!!
Message par les Hôtages du Saoirse




Message du
Saoirse Ireland après la capture:

You took what was not yours
Went against your own bible
You broke your own laws
Just to out do the rival
But did you ever apologize
For the hundreds and millions of lives
You destroyed and terrorised
Or have you never realized
Did you never feel shame
For what was done in your country's name
And find out who's to blame and why they were so inhumane
And still they teach you in your school
About those glorious days of rule
And how it's your destiny to be
Superior to me
But if you've any kind of mind
You'll see that all human kind
Are the children of this earth
And your hate for them will chew you up and spit you out




à lire:

Je ne devrais probablement porter plaint sur ma longue journée — les gens sur les FREEDOM WAVES ils ont ayant beaucoup plu une. Aujourd'hui il a été probablement le jour plus humide à Gaza, j'ai ressenti dans les trois semaines, que j'ai été ici et certainement il a été le plus froid. Il a commencé à couler la pluie ils y sont quelques heures et nous pourrions parler de ce qu'il se passait aux gens sur la flottille, comment il doit être froid dans Ashdod après le moment qu'ils étaient trempés dans la cascade des chanoines d'eau israélienne. Je suis resté jusqu'à plus tard que je devrais la nuit dernière en veille, après les derniers développements des bateaux sur Twitter. Finalement, je suis allé dormir, rêvant de tweets disant que les bateaux étaient très bien, qu'ils n'avaient pas été arrêtés, qu'il était normal de continuer à dormir. Lorsque j'ai réveillé, ils étaient au large à l'accueil du grande hébergé par la pêche de la Palestine et de l'Association Sportive de la Marine. Israël n'avait pas encore arrêtés les bateaux et personnes donc on pouvait oser d'espérer. Seulement 80 milles loin ! Le président de l'Association, Mahfouz, voulait connaître la vitesse exacte à la quelle qu'ils allaient dans cette façon qu'il pourrait calculer l'heure d'arrivée. La vitesse des bateaux ne pouvait pas être tweetée. Et seraient ils arriver vraiment ? Après la Conférence de presse, nous avons monté à bord d'un bateau et navigué autour du port en chantant de chants palestinienne comme Unadikum, tandis que les gens agitaient les drapeaux palestiniens et retenaient signes en arabe et en anglais. (Pour les photos cherchez dans le lien palsolidarity.org elles sont les plus recentes). Si vous ne connaissez pas Unadikum, aussi les paroles peuvent être trouvés dans ce lien

Photo par Hama Waqum

L'eau était extrêmement agitée, même à l'intérieur de la harbor, donc je ne peux imaginer seulement ce à quoi il ressemblait pour ceux qui étaient sur la mini-flotilla qui a été attaquée en haute mer. Inutile de dire qu'ils ne sont arrivé jamais. Ils se sentent très proches — Ashdod est seulement environ 20 milles de Gaza, mais un barrage illégal nous divise. Israël prétend que Gaza n'est plus occupée. Si c'est vrai, alors pourquoi chaque fois que je regarde en hausse, je vois leurs drones, quand je sors à mer je vois leurs navires de guerre, lorsque je réponds olives dans le Nord, je vois leurs chars et Jeep, et quand je marche est je crois leurs balles passer mon oreille ?


Saoirse Irlande: Irlande on sera de retour et on essayera de retourner jusqu'à que l'illégale siège de GAZA serà brisée et les personnes seront libres...