ALGERIA ISP /
La grande giornalista Hala Misrati è intervenuta una seconda volta sulla la chat room della Gran Libia dopo la sua liberazione. Ha ringraziato tutti coloro che erano felici per il suo rilascio. Ha detto che la sua libertà non è completa, poiché la Libia è diventata una grande prigione per numerosi detenuti. Ha aggiunto che in Libia, nessuno può dire una parola contro il movimento del 17 febbraio.
Ha aggiunto che lei ha visto alcuni siti web e pagine di Facebook, ed è felice perché i Tahalabes "i resistenti verdi" sono felici del suo rilascio. Ha anche visto alcuni commentatori in questi siti che vogliono macchiare la sua reputazione con domande stupide del tipo:
La grande giornalista Hala Misrati è intervenuta una seconda volta sulla la chat room della Gran Libia dopo la sua liberazione. Ha ringraziato tutti coloro che erano felici per il suo rilascio. Ha detto che la sua libertà non è completa, poiché la Libia è diventata una grande prigione per numerosi detenuti. Ha aggiunto che in Libia, nessuno può dire una parola contro il movimento del 17 febbraio.
Ha aggiunto che lei ha visto alcuni siti web e pagine di Facebook, ed è felice perché i Tahalabes "i resistenti verdi" sono felici del suo rilascio. Ha anche visto alcuni commentatori in questi siti che vogliono macchiare la sua reputazione con domande stupide del tipo:
"Come è scappata? Perché è scappata?"
Lei risponde quindi a chi è interessato sulle modalità della sua liberazione; ed anche sul fatto se sia evasa o meno. Per 6 mesi, è stata imprigionata senza alcuna accusa. Il 19 febbraio 2012, i ribelli la portarono al comando del battaglione Ossoud Elassima sulla strada per l'aeroporto a Tripoli per fare una dichiarazione e negare la voce del suo assassinio presumibilmente avvenuto in una prigione. Per 6 mesi, non è stato detenuta in prigioni conosciute. Era prigioniera in case, ville, appartamenti, ed in una caserma. Lei contesta le bugie dei media che l'hanno demonizzata e che hanno dichiarato che Hala Misrati ha spinto i libici ad uccidersi tra di loro e che l'hanno addirittura accusata di insultare le donne libiche. Ha detto che conservato copie dei suoi discorsi e delle copie degli archivi della televisione libica della Jamahiriya che è diventata Kanate Libia. Lei è pronta ad affrontare la legge per dimostrare che queste sono menzogne .
Lei conferma ancora una volta che è libera. È stata imprigionata dai Thowar (ribelli) e dai Jourdenes (Ratti). Domandò i ribelli di confessare con coraggio, ciò che è realmente successo, perché non ha mai cessato di chiedere a loro di rivolgersi a un tribunale perché la giudicasse, fatto a cui è succeduta la sua esasperazione , la sua fatica e la sua malattia. Lei è stato vietato di usare il telefono. Riuscì comunque a chiamare al telefono la madre per consolarla perché alcuni Thowars (ribelli) le passarono, ( qualche volta ) il telefono. Si tratta di coloro che tra loro erano contro la detenzione delle donne. Ha detto che un comandante di un battaglione di Misurata andò a vedere il procuratore generale di Tripoli "Abdelaziz Hassadi" chiedendogli di di consegnargli la giornalista "Hala Misrati". Il Procuratore Generale gli rispose che , se avesse preteso Hala Misrati, lui avrebbe dovuto avere in cambio un certo prigioniero detenuto presso i ribelli di Misurata (...)! La voleva scambiare dunque. Il comandante del battaglione gli chiese anche il motivo della sua prigionia, dal momento che un grande un ladro chiamato "Mohamed Egile" che aveva rubato 20 milioni di dinari era libero. Il procuratore gli rispose: quel signore ha fatto una donazione di 2 milioni di dinari ai ribelli. Il comandante di battaglione, ha accusato quindi il procuratore di essere uno dei beneficiari di questo dono (tangente).
La giornalista Hala ha dichiarato che il fatto che lei non abbia smesso di chiedere ai ribelli di andare in tribunale è dovuto al motivo che lei sapeva che sarebbe stata rilasciata alla prima udienza. I ribelli le hanno risposto che era meglio che fosse stata con loro perché avevano paura che i jourdenes (ratti) l'avessero uccisa non appena fosse stata fuori.
Per 6 mesi, ha vissuto presso vari tipi di jourdenes (ratti), membri della Qaeda, alcolisti, tossicodipendenti e falsi integralisti religiosi. Bassam Sharif, un comandante di battaglione a Tripoli, gli disse che non potevano rilasciarla perché sapeva bene che lei sarebbe andata a denunciare la barbarie dei jourdenes nel momento in cui fosse uscita (di prigione). Sapeva che Hala Misrati aveva visto di tutto durante quei 6 mesi. Lei conferma che il il battaglione di Tripoli così come il suo comandante si sono impegnati a trattarla bene. La maggior parte di questo battaglione, è costituito da ribelli della montagna e alcuni altri sono di Zenten. Ha aspettato quindi la sua sentenza, perché sapeva di essere è innocente, ma purtroppo questi non la vogliono fare giudicare (da un Tribunale).
Il Procuratore Generale ha reagito in merito solo quando i media hanno trasmesso voci di un suo probabile assassinio. Quindi, in conseguenza a questo, ha radunato dei giornalisti per filmarla nell'atto di negare o denunciare o di raccontare bugie. I detenuti che hanno i soldi e il pistone, sono riusciti a fuggire grazie al numero uno del CNT "Mustapha Abdeljalil". Quelli che sono rimasti in prigione sono quelli che tra i detenuti sono poveri e verranno immolati come agnelli sacrificali.
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Pubblicato il 2012/09/03 alle 22:39 Fonte: ALGERIA ISP