samedi 10 mars 2012

Libia - Dichiarazione di Hala Misrati del 9 marzo 2012 - Parte 1


ALGERIA ISP / 
La grande giornalista Hala Misrati è intervenuta una seconda volta sulla la chat room della Gran Libia dopo la sua liberazione. Ha ringraziato tutti coloro che erano felici per il suo rilascio. Ha detto che la sua libertà non è completa, poiché la Libia è diventata una grande prigione per numerosi detenutiHa aggiunto che in Libia, nessuno può dire una parola contro il movimento del 17 febbraio. 
Ha aggiunto che lei ha visto alcuni siti web e pagine di Facebook, ed è felice perché i Tahalabes "i resistenti verdi" sono felici del suo rilascio.  Ha anche visto alcuni commentatori in questi siti che vogliono macchiare la sua reputazione con domande stupide del tipo: 


"Come è scappata? Perché è scappata?"


Lei risponde quindi a chi è interessato sulle modalità della sua liberazione; ed anche sul fatto se sia evasa o meno. Per 6 mesi, è stata imprigionata senza alcuna accusa. Il 19 febbraio 2012, i ribelli la portarono al comando del battaglione Ossoud Elassima sulla strada per l'aeroporto a Tripoli per fare una dichiarazione e negare la voce del suo assassinio presumibilmente avvenuto in una prigionePer 6 mesi, non è stato detenuta in prigioni conosciute. Era prigioniera in case, ville, appartamenti, ed in una caserma. Lei contesta le bugie dei media che l'hanno demonizzata e che hanno dichiarato che Hala Misrati ha spinto i libici ad uccidersi tra di loro e che l'hanno addirittura accusata di insultare le donne libiche. Ha detto che conservato copie dei suoi discorsi e delle copie degli archivi della televisione libica della Jamahiriya che è diventata Kanate Libia. Lei è pronta ad affrontare la legge per dimostrare che queste sono menzogne .

Lei conferma ancora una volta che è libera. È stata imprigionata dai Thowar (ribelli) e dai Jourdenes (Ratti). Domandò i ribelli di confessare con coraggio, ciò che è realmente successo, perché non ha mai cessato di chiedere a loro di rivolgersi a un tribunale perché la giudicasse, fatto a cui è succeduta la sua esasperazione , la sua fatica e la sua malattia. Lei è stato vietato di usare il telefono. Riuscì comunque a chiamare al telefono la madre per consolarla perché alcuni Thowars (ribelli) le passarono, ( qualche volta ) il telefono. Si tratta di coloro che tra loro erano contro la detenzione delle donne. Ha detto che un comandante di un battaglione di Misurata andò a vedere il  procuratore generale di Tripoli "Abdelaziz Hassadi" chiedendogli di di consegnargli la giornalista "Hala Misrati". Il Procuratore Generale gli rispose che , se avesse preteso Hala Misrati, lui avrebbe dovuto avere in cambio un certo prigioniero detenuto presso i ribelli di Misurata (...)! La voleva scambiare dunque. Il comandante del battaglione gli chiese anche il motivo della sua prigionia, dal momento che un grande un ladro chiamato "Mohamed Egile" che aveva rubato 20 milioni di dinari era libero. Il procuratore gli rispose: quel signore  ha fatto una donazione di 2 milioni di dinari ai ribelli. Il comandante di battaglione, ha accusato quindi il procuratore di essere uno dei beneficiari di questo dono (tangente).


La giornalista Hala ha dichiarato che il fatto che lei non abbia smesso di chiedere ai ribelli di andare in tribunale è dovuto al motivo che lei sapeva che sarebbe stata rilasciata alla prima udienza. I ribelli le hanno risposto che era meglio che fosse stata con loro perché avevano paura che i jourdenes (ratti) l'avessero uccisa non appena fosse stata fuori.
Per 6 mesi, ha vissuto presso vari tipi di jourdenes (ratti), membri della Qaeda, alcolisti, tossicodipendenti e falsi integralisti religiosiBassam Sharif, un comandante di battaglione a Tripoli, gli disse che non potevano rilasciarla perché sapeva bene che lei sarebbe andata a denunciare la barbarie dei jourdenes nel momento in cui fosse uscita (di prigione). Sapeva che Hala Misrati aveva visto di tutto durante quei 6 mesi. Lei conferma che il il battaglione di Tripoli così come il suo comandante si sono impegnati a trattarla bene. La maggior parte di questo battaglione, è costituito da ribelli della montagna e alcuni altri sono di Zenten. Ha aspettato quindi la sua sentenza, perché sapeva di essere è innocente, ma purtroppo questi non la vogliono fare giudicare (da un Tribunale).

Il Procuratore Generale ha reagito in merito solo quando i media hanno trasmesso voci di un suo probabile assassinio. Quindi, in conseguenza a questo, ha radunato dei giornalisti per filmarla nell'atto di negare o denunciare o di raccontare bugieI detenuti che hanno i soldi e il pistone, sono riusciti a fuggire grazie al numero uno del CNT "Mustapha Abdeljalil". Quelli che sono rimasti in prigione sono quelli che tra i detenuti sono poveri e verranno immolati come agnelli sacrificali. 
Al più presto il seguito...




Pubblicato il 2012/09/03 alle 22:39  Fonte: ALGERIA ISP



jeudi 8 mars 2012

Halla El Mesrati è finalmente libera

Halla ha confermato il suo rilascio e apparentemente ' non è sul territorio libico.   Lei ha detto un po' quello che lei ha sopportato, è stata trasferita in 20 diverse prigioni in diverse regioni da dei ratti, come lei stessa cita.


Ecco l'intervento della giornalista Hala Misrati alla radio della resistenza verde : Halla è ritornata ai ricordi dei giorni neri del bombardamento della NATO e lei ha parlato a lungo dei responsabili che occupavano posizioni molto in vista dello stato all'epoca della guida di Gaddafi definendoli dei traditori ed essi sono quelli che hanno distrutto il paese e hanno comunque sempre mantenuto il loro stato negli organigrammi del potere. Halla dice che lei presto rivelerà i nomi delle persone in questione . Ha anche aggiunto che avrebbe avuto l'opportunità di lasciare il paese durante il conflitto, ma che invece ha deciso di rimanere a difendere il suo paese. Ha anche detto che le si è rubata la sua nazione e la sua libertà attraverso tutte le bugie diffuse dai media bugiardi. Ha aggiunto che le dimostrazioni di febbraio 2011 non erano pacifiche e che ne è la prova, il fatto che i ribelli confermano questo sulle loro emittenti televisive ora. Ha parlato della dell'esercito libico della Jamahiriya  e ha confermato che è un ambiente pulito e che sono  tutte bugie multimediali quelle che si sono trasmesse sull'esercito e che sono false le accuse di omicidio e lo stupro. Ha detto che l'esercito libico non ha fatto altro che difendere le città libiche della Jamahiriya. Che la guida di Gheddafi e dello stesso Seif El Islam hanno promesso il perdono a tutti i giovani libici che che hanno levato le armi e che ha promesso di risolverne tutti i problemi. I ribelli stavano attaccando altre città come le mandrie seguendo i mezzi di comunicazione menzogneri soprattutto i media arabi. Alcuni traditori della Patria sono intervenivano attraverso questi mezzi di comunicazione che spingevano i ribelli a fare guerra, con la falsa minaccia che sennò l'esercito libico si sarebbe vendicato su di loro. Attualmente, a Tripoli, ci sono più di 100 battaglioni di ribelli armati mentre l'esercito della Jamahiriya ne aveva soltanto 23 di battaglioni a Tripoli! E' questa è la libertà, si domanda! Lei ha inviato un messaggio ai ribelli: Adesso siete forse liberi? Respirate forse la libertà ora?  E che cos'è  la libertà forse una pila di insulti, bugie,...? Libertà significa forse solo scrivere sui muri "libertà"? Libertà significa forse diffondere discordia tra i libici nei mezzi di comunicazione del CNT?  Un promemoria, Hala Mesrati è stata rapita dai ribelli nell'agosto 2011 dopo la caduta di Tripoli.








mercredi 7 mars 2012

Perché difendere Assad significa difendere la Palestina

di Amal Saad-Ghorayeb


A tutti i pro-oppositori che usano la Palestina come strumento per legittimare l'Alleanza (destinata o no) con Israele e l'imperialismo sulla questione della Siria: l'opposizione e molti intellettuali "terza via (di Centro)" sembrano sviluppare un acuto caso di amnesia per quanto riguarda la posizione salda degli al-Asad (soprattutto Bashar) sui diritti della Palestina e degli arabi. Essi ci rimandano ai tardi anni 70 e 80, sotto la guida di Hafez ed estrapolano da quel periodo l'attuale posizione strategica del regime ed il valore dalle alleanze (nel senso collaborativo) della resistenza.
Guardano alla manovra diplomatica che Assad ha fatto affrontando l'Occidente ed la interpretano male come se fosse un un segno della sua apparente disponibilità a trattare , stabilito il giusto prezzo; essi piagnucolano sull'inerzia militare dell'esercito siriano a proposito del Golan mentre dimenticando quante truppe la Siria ha perso in Libano durante l'invasione israeliana del 1982 e si sorvolano su come le forze armate convenzionali della Siria competano pari forze con Israele.

È interessante notare, queste stesse persone non si rendono conto che i vincoli imposti dalla realtà politica e geo-strategica hanno neutralizzata l'attività della resistenza di Hezbullah dal 2006, anche se il territorio libanese rimane occupato. E come alla Siria, Hezbollah ha anche impedito ad altri gruppi canaglia di attaccare Israele per privarla di un pretesto per invadere di nuovo ( il Libano ). Hamas e la Jihad islamica hanno fatto lo stesso in Palestina. Questo fa di loro forse tutti dei traditori? Questo tipo semplicistico ragionamento viene utilizzato come una sorta di copertura morale per gli oppositori che francamente non privilegiano la Palestina assolutamente o meglio non hanno mai fatto niente per cominciare ad interessarsene.

Per quanto riguarda i tipi di "terza via (di Centro)", questo argomento è privo di ogni pensiero strategico e della considerazione, (analisi critica) delle realtà sul terreno. Se Assad era un tal affarista perché sarebbe stato sotto pressione costante, attraverso sanzioni e isolamento per oltre un decennio? Come Seyyid [capo di Hezbollah, Nasrallah] ci ha suggerito, bisogna guardare l'immagine grande ( in senso ampio ) per le risposte: l'assistenza politica e militare del regime ai movimenti di resistenza (così come la sua alleanza con l'Iran) è la risposta. Abbiamo bisogno solo di gettare un occhio, sui regimi repressivi e religiosamente bigotti della moderazione araba per trovare la prova di come sia in realtà la vera sottomissione agli Stati Uniti e Israele e di come questa stessa ripaghi in senso di stabilità del regime. Almeno fino ad adesso comunque...

"Perché lo stato siriano non è stato Pro-Palestina? Perché Assad non è entrato in guerra con Israele per le alture del Golan?? Perché è come per Cuba, che rischierebbe la sua rivoluzione se andasse in guerra contro gli Stati Uniti per la baia di Guantanamo. Siate realisti ."- Salvatore Giametta -