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mercredi 25 juillet 2012

La Kodmani portavoce del Consiglio Nazionale Siriano vi spiega perché la sua "Rivoluzione" è così Ziofriendly - video


Questo è un pensierino che dedico a tutti i denigratori della contro-informazione sulla crisi siriana che sostengono di essere pro-Palestine e che inzaccherano i loro bloggucci di insulti ed accuse infondate di appartenenze pretese alla destra, come all'estrema sinistra e chi più ne ha più ne metta, destinati chiunque dissenta con la loro versione atlantista dei fatti.
E lo faccio di cuore, senza neanche la pena di citarli, perché alcuni di loro hanno anche la pretesa di partecipare a missioni per rompere l'assedio di Gaza ed altri ancora sono promotori del BDS Boycott Disinvestment and Sanctions contro le politiche israeliane di occupazione. E lo faccio soprattutto anche senza rancori, ma solo perché è ora che si assumano la responsabilità di una presa di coscienza di chi siano divenuti i fanti, ignari, (o meno) ed i burattini.
Cari ragazzi e meno giovani attivisti pro-Palestine, quando vi si mostra e non è questo il solo esempio, che le vostre fantasie rivoluzionarie sono al servizio di Israele, come del Golfo e degli Stati Uniti non si parla di sciocchezze, ne di complotti ma di una realtà di cui. malgrado l'infrangersi delle vostre romanticherie sulla Primavera Araba, dovete prendere finalmente atto.
Buona Visione dunque e soprattutto Buona Riflessione e Buon Esame di Coscienza.

La  Kodmani portavoce del CNS Consiglio Nazionale Siriano, presente a due conferenze Bilderberg l'ultima del 2012 parla ascoltatela dire che non si deve boicottare Israele... Poi vi chiederete perché i "rivoluzionari" siriani sono così Ziofriendly ... Qui troverete la risposta.




Per sapere chi è questa signora vi cito un'estratto di questo articolo del Guardian che avevo precedentemente tradotto

Amnotyours
Bassma Kodmani
Bassma Kodmani del Consiglio nazionale siriano. Fotografia di: Carter Osmar
Ecco Bassma Kodmani, vista lasciare quest’anno la conferenza Bilderberg a Chantilly, in Virginia.
La Kodmani è un membro dell’ufficio esecutivo e responsabile degli affari esteri, del Consiglio Nazionale Siriano. La Kodmani è molto vicina al centro della struttura di potere del CSN, ed è uno dei portavoce più rumorosi del Consiglio. “Nessun dialogo con il regime al potere è possibile. Possiamo solo discutere su come passare a un sistema politico diverso”, ha dichiarato questa settimana. E qui in questo passo in cui lei è, citata dal notiziario dell’AFP dichiara: “Il prossimo passo deve essere una risoluzione ai sensi del capitolo VII, che consente l’utilizzo di tutti i mezzi legittimi, inclusi mezzi coercitivi, l’embargo sull’importazione di armi, nonché l’uso della forza per obbligare il regime ad accondiscendere con noi. “
Questa affermazione si traduce nel titolo “I Siriani chiedono i peacekeepers dell’ONU armati” (dell’australiano Herald Sun). Quando ci si appella ad un’azione militare internazionale su larga scala , ci sembra ragionevole chiedersi: Ma chi è, con esattezza, che sta facendo appello per la stessa? Possiamo dire, semplicemente, “un portavoce ufficiale del CSN”, oppure possiamo guardare un po ‘più da vicino.
Quest’anno è stata la seconda conferenza Bilderberg della Kodmani. Nel corso della conferenza 2008, La Kodmani è stato messa in lista come francese, ma nel 2012, la sua “francesità” era venuta meno e lei era stata contrassegnata semplicemente come “internazionale” – perché la sua patria era diventato il mondo delle relazioni internazionali.
Qualche anno fa, nel 2005, la Kodmani stava lavorando per la Fondazione Ford al Cairo, dove era direttrice del loro del programma di controllo e cooperazione internazionale. La Fondazione Ford è una grande organizzazione, con sede a New York, ed in cui già allora la Kodmani era arrivata abbastanza alto. Ma la stessa stava per per fare un gran balzo in avanti, (in senso di carriera).
Nello stesso periodo, nel mese di febbraio del 2005, le relazionidegli Stati Uniti con la Siria crollarono, ed il presidente Bush richiamò in sede il suo ambasciatore da Damasco. Un sacco di progetti dell’opposizione risalgono proprio a questo periodo. “Il denaro degli Stati Uniti per le figure dell’opposizione siriana ha cominciato a scorrere a fiumi sotto la presidenza di George W. Bush, dopo che lui ebbe congelato effettivamente i legami politici con Damasco nel 2005“, scrive il Washington Post.
Nel settembre del 2005, la Kodmani fu nominata direttore esecutivo della Arab Reform Initiative (ARI) – un programma di ricerca avviato dal potente gruppo di pressione degli Stati Uniti, il Council on Foreign Relations (CFR).
Il CFR è un elite degli Stati Uniti un thinktank della politica estera, e l’iniziativa Arab Reform è descritta sul suo sito web come un “CFR Project“. Più specificamente, l’ARI è stata avviata da un gruppo all’interno del CFR chiamato “US / Middle East Project” – un corpo di diplomatici di alto livello, di funzionari di intelligence e di finanziatori, di cui l’obiettivo dichiarato è di effettuare un “analisi delle politiche regionali ” in ordine di “prevenire i conflitti e promuovere la stabilità dei paesi arabi “. Il progetto US / Middle East persegue questi obiettivi sotto la guida di una commissione internazionale presieduta dal generale (in pensione), Brent Scowcroft.
 Brent Scowcroft (presidente emerito) è un ex consigliere della sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti – ha assunto il ruolo di Henry Kissinger. Seduto al fianco di Scowcroft nel consiglio internazionale è il suo compagno geo-stratega, Zbigniew Brzezinski, che gli succedette come consigliere per la sicurezza nazionale ed anche Peter Sutherland, presidente della Goldman Sachs International. Così, come già nel 2005, risulta che un ala istituzionale di alto livello dell’ intelligence e bancaria occidentale seleziona la Kodmani per eseguire un progetto di ricerca in Medio Oriente. Nel settembre dello stesso anno, la Kodmani fu nominata direttore del programma a tempo pieno. In precedenza nel 2005, il CFR assegnò il “controllo finanziario” del progetto al Centre for European Reform (CER). Per la sopraggiunta nello stesso degli Inglesi.
Il CER è supervisionato da Lord Kerr, vice presidente della Royal Dutch Shell. Kerr è un ex capo del servizio diplomatico ed è un consulente senior presso la Chatham House, (un un thinktank vetrina dei migliori cervelli dell’ estabishment diplomatico britannico).
Il responsabile, giornalmente,del CER è Charles Grant, un ex redattore in materia di difesa dell’ Economist, e oggi membro del Consiglio europeo per le Relazioni Estere, un “thinktank pan-europeo” pieno zeppo di diplomatici, di industriali, di professori e di Primi Ministri. Nella lista dei suoi membri troverete il nome: “Bassma Kodmani (Francia / Siria) – Direttore Esecutivo, dell’ Iniziativa per l’Arab Reform”.
Un altro nome sulla lista è : George Soros – il finanziere la cui non-profit “Open Society Foundations” è la fonte primaria di finanziamento dell’ ECFR. A questo livello, nel bel mondo del settore bancario, della diplomazia, dell’industria, delle intelligences e di vari istituti e fondazioni di politica e tutti messi in rete assieme, lì piazzata, nel bel mezzo di tutto ciò, ci troviamo la Kodmani.
Il punto è che la Kodmani non è una “attivista pro-democrazia” presa a caso a cui capita di essersi trovata davanti a un microfono. Ha impeccabili credenziali diplomatiche internazionali: lei ricopre la carica di direttore della ricerca presso l’Académie Diplomatique Internationale – “un’istituzione indipendente e neutrale dedicata a promuovere la diplomazia moderna”. L’Académie è diretta da Jean-Claude Cousseran, un ex capo della DGSE – il servizio di intelligence straniera francese.
Un’immagine sta emergendo della Kodmani ed è quella della fidata luogotenente dell’industria della promozione della democrazia anglo-americana. La sua “provincia di origine” (secondo il sito web del CSN) è Damasco, ma ha stretti rapporti professionali e di lunga data, precisamente con quei poteri contro cui sta facendo appello ad intervenire in Siria.
E molti dei suoi colleghi portavoce dell’opposizione sono ugualmente ben introdotti.

Leggere il seguito nell'articolo...


samedi 2 juin 2012

L'UOMO CHE SFRUTTAVA LA FORESTA AFRICANA, MA CHE NON VOLEVA CHE QUESTO SI SAPESSE

Nella famiglia Levy, era già nota Justine, la figlia, autrice pestifera (da piaghe), quando il padre lavora per fessi, e poi Arielle, la seconda moglie, il cui punto più culminante della carriera non ha eguali e corrisponde all' altezza del suo culo offerto alla pecorina a Klaus Kinski, al culmine della sua carriera artistica e del suo splendore, nel film "The Passion Fruit" del 1981. Ma è chiaro che nella  brillante famiglia Levy, ci mancano alcune carte, da esaminare. Così per esempio si conosce  piuttosto poco il padre, André. È che Bernard-Henri non ama troppo riportare argomenti che parlino de padre. A meno che, naturalmente, oscurare i più interessanti, vale a dire gli affari africani della famiglia, che per molti anni, ha vissuto di sfruttamento di legni pregiati Costa d'Avorio, Camerun e Gabon.

"Sfruttare" è la parola migliore, date le condizioni di vita e lavoro medievali imposte ai lavoratori nelle concessioni gestite dalla società di Levy la Becob. Arretrati salariali attrezzature sanitarie deplorevoli, un ruscello inquinato per l'approvvigionamento idrico ... Responsabile per la comunicazione interna, poi il vice presidente del consiglio di sorveglianza, e anche direttore per due anni, Bernard-Henri è stato seriamente coinvolto nel negozio di famiglia.



E mentre il sudore africano irrigava generosamente il suo conto bancario, a qualche migliaio di chilometri di distanza, Bernard-Henri distribuiva le lezioni morali sulla dignità umana. Assicurandosi di sfuggita che i recalcitranti fossero ben bollati dal sigillo della barbarie, di cui solo lui possedeva il bollo di assegnazione, perché così è più semplice. E quando, nei primi anni Ottanta, la promessa di guadagni sempre più lucrativi sembra allontanarsi perché gli affari diventano vacillanti, Bernard-Henri fa giocare abilmente i suoi legami politici per assicurarsi un prestito di diversi milioni di franchi a un tasso particolarmente vantaggioso, tratti dal ... le casse dello Stato francese!

In seguito, è stata la volta di Francois Pinault di rubare per salvare la Becob, prendendone una quota di partecipazione del capitale, prima di diventare l'unico nocchiere a bordo. Francois Pinault, la cui amicizia con il Grand biondo dall'occhio nero della Trinità-sur-Mer non ha mai, ovviamente, scosso la coscienza del nostro anti-Le pénista da circo (carnevale). Il riscatto finale di Becob su una valutazione di 800 milioni di franchi, un po 'oltre 120 milioni di euro, gli avrà probabilmente dato le vertigini. La storia di un uomo che gestiva la foresta africana, ma non vuole che questo si sappia, è già nota. È stata meravigliosamente raccontata dettagliatamente dai giornalisti Nicolas Beau e Olivier Toscer nella loro indagine significativamente intitolata "Una impostura francese", pubblicato nel 2006.

Eppure, sei anni più tardi, l'impostura continua ancora allegramente e con una condotta più che illecita ! La deplorevole frode intellettuale trova sempre una buona cassa di risonanza. Approfittando di una solida rete di contatti all'interno dei media e dell'editoria, il clown di Tobruk riesce ancora a tirare avanti, impedendo la pubblicazione di qualsiasi articolo che lo infastidisca. Una frode che continua anche per le ambizioni molto chiaramente indicatea chi faceva finta di non capire: "Ho portato come stendardo la mia fedeltà al mio nome e la mia fedeltà al sionismo e Israele", ha detto senza ridere a proposito del suo coinvolgimento nella guerra in LibiaNico Ramirezfonte: L’HOMME QUI EXPLOITAIT LA FORÊT AFRICAINE MAIS QUI NE VOULAIT PAS QUE CELA SE SACHE

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